È la storia di una terra antichissima che si è separata dal continente africano più di 160 milioni di anni fa.
Quando le placche tettoniche strapparono con violenza la massa di terre di Pangea, il Madagascar si spostò a est verso l’india e poi a ovest verso l’Africa.
Grazie al suo isolamento, l’isola preservò l’esistenza di specie che ancora oggi si trovano unicamente lì. La storia del Madagascar passa poi attraverso quella di diversi gruppi etnici provenienti di varie aree del mondo e che colonizzarono l’isola fino all’arrivo degli esploratori europei e degli arabi. Il Madagascar racconta anche la storia di pirati, di regni locali e lotte per l’indipendenza.
PREISTORIA, STORIA ANTICA E MEDIOEVALE
- 8000 a.C.: l’uomo è arrivato in Madagascar a partire da questa epoca e si è diffuso per ondate successive.
- Dal VIII sec. a.C: arrivi via mare dal Borneo che hanno portato la coltivazione del riso e la costruzione di canoe a bilanciere. Seguirono successivamente coloni africani, indiani e arabi. Secondo la tradizione malgascia, i primi arabi a stabilirsi in Madagascar erano profughi della guerra civile successiva alla morte di Maometto (632 d.C.). Nel XIII sec. Marco Polo, anche se non arrivò in Madagascar, menzionò ne “Il Milione”, un’isola grande e ricca di animali che alcuni studiosi fecero proprio coincidere con il Madagascar.
ESPLORAZIONI EUROPEE, REGNI AUTOCTONI, PIRATI E REGINE
- XVI sec.: arrivo di esploratori portoghesi. I primi furono quelli della flotta di Diogo Dias (1500) che avevano subito una deviazione a causa del maltempo, mentre stavano cercando di raggiungere le coste del Mozambico. Fortuitamente avvistarono così, oltre alle Mauritius e Riunione, anche il Madagascar che Dias battezzò “Isola di San Lorenzo” (Ilha de São Lourenço) perché scoperta il 10 agosto.
- XVII sec.: numerosi furono i tentativi di colonizzazione da parte degli europei (portoghesi, olandesi, inglesi e francesi), ma con scarso successo a causa di scontri con le popolazioni locali, delle malattie che li misero a dura prova e delle intemperie con cui dovettero fare i conti. Il Madagascar divenne così il rifugio ideale dei pirati che depredavano le navi dirette in India. Molti pirati si mescolarono con le popolazioni locali, contribuendo ad arricchire il già articolato e composito patrimonio culturale degli indigeni malgasci. Il periodo compreso tra XVI e XVII sec. fu anche l’epoca della tratta degli schiavi ampiamente praticata in Madagascar. Molti popoli malgasci iniziarono infatti a commerciare schivi con gli europei in cambio di alcol e armi da fuoco. Fu inoltre questo il periodo in cui nacquero alcuni regni all’interno del Paese: il regno di Sakalava e di Menabe (Madagascar occidentale), il regno degli Zana-Malata (costa orientale) e il regno di Merina, situato sill’altopiano centrale. Si trattava di regni la cui sopravvivenza era garantita dal commercio degli schiavi con l’Europa.
- XVII-XVIII sec.: fu questo il periodo delle lotte tra i vari regni autoctoni che cercarono di imporsi gli uni sugli altri.
- Fine del XVIII sec.: il re Merina (regno dell’altopiano centrale), Andrianampoinimerina riuscì a unificare i popoli del centro del Madagascar sotto la propria corona grazie, sia a una serie di matrimoni politici con diverse principesse dell’altopiano, sia all’utilizzo della forza militare. Andrianampoinimerina si distinse anche per la amministrazione oculata che promesse anche la costruzione di dighe e canali per ampliare le terre coltivabili del proprio regno. Venne introdotto anche l’utilizzo di vanghe di metallo. La capitale del suo regno fu Antanarivo.
- 1792-1828: durante questo periodo, ossia nel corso del regno del figlio di Andrianampoinimerina, Radama I, detto “Radama il Grande”, ci fu una congiuntura internazionale favorevole che permise la totale unificazione del Paese: la sconfitta in Europa di Napoleone Bonaparte permise un nuovo assetto politico dominato dalla Gran Bretagna. Gli Inglesi, il cui obiettivo primario era quello di indebolire la potenza coloniale francese e le sue mire espansionistiche, riconobbero formalmente come nazione sovrana il Regno del Madagascar nel 1817. Radama I strinse con gli inglesi numerosi accordi e dichiarò illegale il commercio degli schiavi con sommo danno per le colonie francesi, Riunione in primis. In Madagascar furono contestualmente accolti i missionari protestanti inglesi, che facilitarono il diffondersi della cultura anglosassone. In cambio, Radama I ricevette dagli inglesi oro, argento, armi, polvere da sparo e persino uniformi per l’esercito. Tutto ciò permise al re di dichiararsi nel 1824 “il padrone del Madagascar”.
- 1828-1861: fu il periodo della politica reazionaria della moglie di Radama, la regina Ranavalona I. Nota, non a caso, come “Ranavalona la Crudele”, diede inizio a una fase fortemente retrograda e oscurantista. Ranavalona cancellò gli effetti di quasi tutte le innovazioni introdotte da Andrinampoinimerina e Radama. Riportò a corte aristocratici e stregoni che avevano progressivamente allontanato dalle posizioni di potere; espulse i missionari britannici e vietò il Cristianesimo. Vennero messe in atto sistematiche e cruente persecuzioni dei convertiti (secondo le stime attuali, circa 150.000 persone furono uccise in quello che i cristiani malgasci ricordano come tany maizina, “il periodo in cui la terra era oscura”). I rapporti con gli inglesi e in generale con gli europei furono ridotti al minimo o completamente compromessi. La politica reazionaria della regina portò suo figlio, Radama II a tramare contro di lei. Radama, filofrancese e cattolico, arrivò al punto di scrivere a Napoleone III chiedendogli di invadere il Madagascar e destituire la regina. Il 28 giugno 1855 Radama II firmò un documento che concedeva a un uomo d’affari francese (Joseph-Francois Lambert) il diritto esclusivo di sfruttamento di tutte le risorse minerarie del Madagascar incluse foreste e terreni inutilizzati, in cambio di una cifra quasi irrisoria da versarsi alla dinastia Merina. Napoleone III non rispose però alle richieste du Radama II, il cui tentato colpo di stato fu sventato dalla stessa Ranavalona nel 1857. Il risuolato fu un ulteriore inasprimento delle posizioni della regina che espulse anche tutti gli stranieri dal Paese.
- 1861-1863: quando Radama II salì comunque al trono nel 1861, si trovò l’aristocrazia malgascia, completamente contro. Radama fu così fisicamente eliminato nel 1863. Venne strangolato e fu l’ultimo maschio a essere salito sul trono del Madagascar.
- 1863-1883 : fu il periodo della dinastia delle Regine. A Radama II, succedette Rasoherina (la sua vedova) . La regina ripristinò la lib erta di culto e venne ricordata per aver rafforzato i rapporti diplomatici con la Francia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti. La regina regnò fino al giorno della propria morte, il 1º aprile 1868. L’anno successivo fu incoronata Ranavalona II. Dichiaratamente cristiana, Ranavalona II, aveva studiato presso la London Missionary Society e aveva ricevuto il battesimo dalla Chiesa inglese. Sotto il suo regno, l’Anglicanesimo divenne religione di Stato e i missionari europei divennero sempre più numerosi e costruirono scuole e chiese. Il regno di Ranavalona II fu caratterizzato, dunque, dal tentativo di trasformare la cultura malgascia secondo modelli europei, soprattutto inglesi. L’ultima regina fu Ranavalona III, incoronata il 22 novembre 1883. Il suo ruolo fu quello di riequilibrare i rapporti fra il Madagascar e la Francia, che rivendicava i propri privilegi nei rapporti con il Paese. Nel 1883 le truppe francesi sbarcarono in Madagascar e costrinsero Ranavalona al pagamento di un risarcimento ai discendenti di Lambert e alla cessione di alcune aree del Paese (Antsiranana, Nosy Be e Ile Sainte-Marie) in qualità di protettorati francesi. Fu questo il periodo della guerra franco-hova. Hova era il nome degli aristocratici di Merina.
- 1890-1900: nel contesto di un accordo a tema coloniale con Germania e Francia, gli inglesi acconsentirono a rinunciare a qualsiasi pretesa sul Madagascar. I francesi dichiararono così l’intero Madagascar protettorato francese (1890). Ranavalona III e Rainilaiarivony cercarono di opporre resistenza. Ma nel 1895 i francesi diedero inizio a una nuova invasione del Madagascar, partendo da Mahajanga (costa nordoccidentale) puntando direttamente su Antananarivo. La seconda guerra franco-hova si concluse rapidamente (solo venti soldati francesi morirono in combattimento, anche se diverse migliaia furono vittime della malaria) e nel 1896 il Madagascar divenne formalmente una colonia francese. La dinastia Merina fu mandata in esilio in Algeria.
LA COLONIZZAZIONE FRANCESE E LE SPINTE INDIPENDENTISTE
- Dalla fine dell’Ottocento fino al termine della seconda Guerra mondiale: Il 30 settembre 1895, la capitale Antanarivo fu occupata dalle truppe francesi e il trattato di pace del 1º ottobre impose il protettorato sull’isola. I francesi si adoperarono per eliminare ogni influenza inglese dal Madagascar. Imposero infatti il francese come lingua ufficiale e un regime fiscale estremamente severo. Espropriarono inoltre gran parte del territorio per dare vita a piantagioni di caffè. Come possedimento francese, il Madagascar fu coinvolto nella prima e nella seconda guerra mondiale. Le truppe malgasce furono assoldate in Francia, Marocco e Siria e il governo filo tedesco di Vichy assunse il controllo del Madagascar, mantenendolo fino al 1942. Fu questo l’anno in cui gli inglesi invasero l’isola per prevenire il suo uso strategico da parte delle truppe giapponesi. Dopo la guerra, l’isola fu resa alla Francia.
- Nella seconda metà degli anni Quaranta e negli anni Cinquanta: vi fu una significativa diffusione di sentimenti nazionalisti e indipendentisti. Le nuove generazioni di malgasci, che avevano combattuto all’estero per la Francia, iniziarono a pretendere di essere trattati come pari dei cittadini francesi. Nel 1947 ci furono rivolte contro i francesi che contarono tra 30.000 e 40.000 morti. Nei primi anni Cinquanta sorsero partiti e movimenti politici malgasci indipendentisti.
- 1956: con la legge nº 56-619 del 23 giugno 1956 detta legge quadro Defferre, iniziò il processo di decolonizzazione intrapreso dalla Francia nel secondo dopoguerra.
- Il 27 maggio 1957: fu creato il Consiglio del governo e venne istituita la carica di Vicepresidente del Consiglio del Governo, poi rinominata Presidente del Consiglio del Governo con L’avvento del generale Charles de Gaulle al potere in Francia nel giugno 1958.
L’INDIPENDENZA E LA “REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL MADAGASCAR”
- Nel 1958: i malgasci ebbero la possibilità di votare per la propria indipendenza. Una costituzione nazionale entrò in vigore dal 1959 e il 26 giugno 1960 il Madagascar divenne ufficialmente unaRepubblica indipendente, con Philibert Tsiranana come primo presidente. La sua però fu una politica ritenuta ancora troppo filofrancese e, per questo, ampiamente criticata.
- Nel 1972 Tsiranana si ritirò dalla carica di presidente, cedendo il posto al generale Gabriel Ramanantsoa. Fu istituito un governo provvisorio militare con rapporti diplomatici con l’Unione Sovietica.
- Nel 1975 ci fu un colpo di stato che portò al potere un altro militare, Didier Ratsirakaeletto presidente con un mandato di sette anni, in seguito esteso. Ratsiraka, sempre in un’ottica socialista, avviò una strategia di nazionalizzazione delle imprese private, limitò la libertà di stampa, in una dittatura sempre più stringente. Nel 1977, il partito di Ratsiraka, l’Avant-garde de la Revolution Malgache (AREMA) fu riconosciuto come l’unico partito legale. Il Magascra soffrì un forte declino economico e un periodo di totale isolamento.
- Fine degli anni Ottanta- anni Duemila: il regime di Ratsiraka iniziò a indebolirsi. A causa del terribile degrado della situazione economica del Paese, Ratsiraka introdusse alcune riforme liberali. Contemporaneamente fu abolita la censura sulla stampa e nacquero nuovi partiti politici all’opposizione. Tutte queste misure non bastarono, però, a placare il movimento antigovernativo (Hery Velona), particolarmente attivo nella provincia di Antananarivo. Numerose furono le proteste pacifiche e gli scioperi fino a quello del 1991 che fu spento con il fuoco dall’ esercito governativo e portò alla morte di oltre trenta persone. Nel marzo del 1992, una nuova costituzione fu proposta da un forum nazionale organizzato dallo FFKM (il Consiglio delle Chiese Cristiane Malgasce).Il testo della nuova costituzione fu accettato nell’agosto 1992 con un referendum. Le elezioni presidenziali che si susseguirono negli anni furono caratterizzate da Impeachment ed esisti contrastanti, fino alle del dicembre 2001 in cui entrambi i candidati (Ratsiraka e Ravalomanana) sostennero di aver vinto. Ne seguì una nuova crisi, azioni di sabotaggio dei trasporti e scontri. Nel luglio 2002 Ratsiraka e molti dei suoi si ritirarono in esilio in Francia. Ravalomanana, preso il potere, iniziò una serie di grandi progetti di riforma e una battaglia contro la corruzione, ma che finì anche in questo caso (nel 2009) con un colpo di stato.
ATTUALITÀ
- 17 marzo 2009: Il trentaquattrenne leader dell’opposizione, Andry Rajoelina, sostenuto dall’esercito, dà luogo a un colpo di stato, costringendo il presidente Ravalomanana a dimettersi. Nel frattempo si schierano contro il regime imposto con la forza tutte le più importanti organizzazioni internazionali (ONU, Unione Africana, Unione Europea). Ma di fatto la situazione non è destinata a mutare e, se in seguito alle elezioni del 2013, viene eletto Hery Rajaonarimampianina come nuovo presidente, dal 19 gennaio 2019, il nuovo presidente torna a essere Andry Rajoelina.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi