In Burundi le festività nazionali civili a data fissa sono:
- Capodanno, 1 gennaio
- Giorno dell’Unità Nazionale, 5 febbraio
- Giorno Ntaryamira, 6 aprile: giornata in cui si commemora la tragica morte del presidente Cyprien Ntaryamira, avvenuta nel 1994.
- Giorno del Lavoro, 1 maggio
- Giorno dell’Unità Africa, 25 maggio
- Giorno dell’Indipendenza, 1 luglio: giorno che commemora l’indipendenza dal Belgio (1962)
- Giorno Rwagasore, 13 ottobre: in questo giorno del 1961, il Principe Louis Rwagasore venne assassinato, 16 giorni dopo l’inizio del suo mandato da Primo Ministro.
- Giorno Ndadaye, 21 ottobre: quarto presidente del Burundi, ucciso nel 1993.
- Natale, 25 dicembre.
Riguardo le festività religiose, sono a data variabile e seguono il calendario cristiano (la maggioranza della popolazione) e quello musulmano.
Per quanto concerne i festival, ecco i principali:
- Primo fra tutti, la danza rituale dei tamburi reali del Burundi (“Umurisho W’ingoma”), inserita nella Lista del Patrimonio Immateriale dall’UNESCO nel 2014. Non esiste una data fissa perché i tamburi reali del Burundi oggi si esibiscono in occasione di cerimonie ufficiali nazionali e/o locali e, fin dagli anni Sessanta, anche sui più importanti palcoscenici internazionali. Tradizionalmente, comunque, i “batimbo”, ossia i maestri percussionisti, erano musicisti di corte. Le loro esibizioni erano strettamente connesse con il re (“mwami”) e accompagnavano cerimonie come matrimoni, funerali e riti legati al ciclo stagionale come l’”umuganuro” (festa della semina del sorgo). Un tamburo specifico, il karyenda era considerato il simulacro del potere del sovrano e della continuità del regno e ancora oggi rappresenta il simbolo del paese.
- Nel mese di agosto si svolge l’Intore Cultural Festival. Denominato anche “la Danza degli Eroi”, l’Intore è una danza tradizionale eseguita dagli uomini in Ruanda e Burundi che vuole celebrare la cultura del Paese. Si svolge in varie zone del Burundi.
- A settembre, ottobre, si celebra il Kirundi Harvest Festival (“Igikorane cy’amashuri”): segna la fine e le celebrazione della stagione del raccolto. Famiglie e comunità si riuniscono in villaggi e città per ringraziare, a suon di musica, balli e rituali.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi