SITI UNESCO
Non ci sono siti iscritti all’UNESCO.
Ci sono però siti candidati:
- Parco nazionale di Kibira: si trova nella parte nord-occidentale del Paese e compre un’area di 400 chilometri quadrati. Si estende fino al confine con il Ruanda dove è continuo al Parco Nazionale di Nyungwe. Una parte del parco è costituita da foresta montana pluviale primaria. Al suo interno ci sono numerose specie di mammiferi (circa un centinaio) e si registrano 200 specie di uccelli. Il parco è considerato il sito più importante del Burundi per la conservazione degli uccelli delle foreste montane. Interessante è anche la storia di questo parco: fino al 1933 è stato riserva di accia dei sovrani del Burundi, per essere poi classificato nel 1980 “Riserva della foresta della catena Congo-Nilo”. Il parco è per gli autoctoni un luogo dal potere magico e sono stati riconosciuti i diritti d’uso per il pascolo del bestiame e la raccolta dei prodotti forestali. Nonostante, però, lo status di parco nazionale, purtroppo l’abbattimento degli alberi, gli incendi, il bracconaggio e l’espansione dell’agricoltura di sussistenza mettono il Kibira a dura prova.
- Parco nazionale della Rusizi, situato vicino al confine con la Repubblica Democratica del Congo, è costituito da un ecosistema di pianura con lagune e stagni temporanei, e da una zona con palmenti e savane semi-aride nella parte nord (chiamata Rukoko). La vicinanza alla capitale in espansione è stato uno dei motivi, insieme al bracconaggio, della drastica riduzione della fauna avvenuta negli ultimi settanta anni (nel 1950 si contava un gruppo di circa 200 elefanti, ma oggi sono completamente spariti). Il parco resta tuttavia ricco di avifauna, con la presenza di oltre 350 specie differenti, numerosi ippopotami, coccodrilli e varani del Nilo, e rari sciacalli e antilopi.
- Lago Tanganica, uno dei grandi laghi del continente africano, che si trova al confine anche con Tanzania, Repubblica Democratica del Congo e Zambia. In realtà sono proprio la Tanzania e la Repubblica Democratica del Congo a dividersi, quasi equamente, l’80% della territorialità delle acque.
- Parco nazionale di Ruvubu: è il parco più esteso del Burundi con 508 chilometri quadrati ed è noto come il “polmoni verde” del Paese. Si trova nella parte nord-orientale del Burundi e il suo nome deriva dal fiume che attraversa l’intera lunghezza del parco. Ospita numerose specie di animali selvatici: ippopotami, coccodrilli del Nilo, bufali del Capo, cinque specie di primati, tra cui il babbuino olivastro, il cercopiteco verde, il colobo rosso, il cercopiteco blu e il galagone del Senegal. Nel parco sono presenti circa 200 specie di uccelli.
- Lago Rwihinda, noto anche come Lac aux Oiseaux (Lago degli uccelli), si trova nella provincia di Kirundo. È la casa di diversi uccelli migratori.
- Le sorgenti del Nilo Bianco, tanto ricercate durante i secoli e infine scoperte nel 1938 da Waldecker, a più di 6.000 chilometri dal delta del fiume che si immette nel Mar Mediterraneo.
- Paesaggi naturali sacri di Muramvya, di Mpotsa e di Nkiko-Mugamba.
- Palazzo Reale di Gishora: situato nella provincia di Gitega in Burundi, è uno dei siti storici e culturali più emblematici del paese. Il palazzo svolge un ruolo cruciale nel preservare la storia e le tradizioni del Burundi. È particolarmente noto come sede dei famosi tamburi sacri, un elemento essenziale dell’identità culturale del Burundi e riconosciuti patrimonio immateriale dell’Umanità. Il Palazzo Reale di Gishora fu fondato nel XIX secolo dal re Mwezi Gisabo, che governò il Burundi durante un periodo tumultuoso segnato da conflitti con i coloni tedeschi. Mwezi Gisabo utilizzò Gishora come centro strategico per ragioni sia politiche che culturali. Il sito fu scelto per la sua posizione geografica, su una collina che offriva una vista libera della regione circostante, rendendolo difendibile dagli attacchi.
- Rugo tradizionali di Mugamba (provincia di Bururi) sono abitazioni tradizionali, circondate da una recinzione di bambù. Le case vengono costruite da uomini e decorate da donne. Sono situate in zona collinare.
ARCHITETTURA
L’architettura del Burundi riflette una fusione di tradizioni indigene e influenze coloniali, con un forte legame con la cultura e la storia autoctona. Ecco alcuni aspetti chiave dell’architettura del Paese:
- Architettura tradizionale: è caratterizzata principalmente da case costruite con materiali naturali come fango, paglia e legno. La struttura della casa è rotonda, con il tetto di paglia che protegge dal caldo e dalla pioggia. Molti villaggi tradizionali sono stati costruiti con mura di fango o palizzate per difendersi dagli attacchi nemici. Le residenze reali, come quelle dei re del Burundi, erano invece più imponenti e spesso situate in posizioni strategiche al fine di garantire il controllo delle terre circostanti.
- Architettura coloniale: Durante il periodo coloniale, che ha visto il Burundi sotto il controllo tedesco e belga, l’architettura si è evoluta con l’introduzione di nuovi stili. Le città e le strutture amministrative, come le scuole, le chiese e gli edifici governativi, riflettevano gli stili coloniali europei. I materiali utilizzati erano il cemento e i mattoni, in contrasto con le tecniche tradizionali.
- Architettura moderna, post coloniale: dopo l’indipendenza nel 1962, il Burundi ha visto un’evoluzione dell’architettura moderna, pur mantenendo una forte identità culturale. Le principali città, come Gitega (attuale capitale), Bujumbura (ora chiamata Bujumbura Mairie), hanno visto la costruzione di edifici più moderni, tra cui scuole, ospedali e strutture governative. L’influenza del modernismo e del razionalismo europeo è evidente soprattutto in alcuni edifici pubblici. L’architettura moderna in Burundi include anche lo sviluppo di infrastrutture come ponti, strade e centri commerciali.
ARTE TRADIZIONALE
L’arte tradizionale riflette la cultura, la spiritualità e le tradizioni del popolo del Burundi.
- Oggetti tipici dell’artigianato sono i cesti intrecciati, realizzati soprattutto dalle donne. Sono fatti ad intreccio con fibre di papiro, rafia e foglie di banana. Vengono spesso decorati con disegni a tinte naturali.
- La scultura in legno costituisce un’altra forma tradizionale di arte del Burundi. I burundesi da secoli scolpiscono figure di animali, persone, e simboli religiosi su legno e altri materiali. Queste sculture spesso utilizzate per rappresentare divinità, spiriti protettori, e personaggi mitologici.
- Altri oggetti artigianali comprendono manufatti di cuoio e ferro, anch’essi quasi sempre decorati con fantasie geometriche simili a quelle presenti sui cesti. Con un’arte tramandata di padre in figlio, i fabbri modellavano lance per fini bellici e per la caccia.
- Le donne burundesi tradizionalmente realizzano tessuti a mano per creare abiti e accessori. I tessuti sono spesso decorati con motivi e simboli.
- La ceramica tradizionale in Burundi è un’arte che affonda le sue radici nel passato remoto. In particolare, il gruppo etnico twa è famoso per le ceramiche. Le donne realizzano vasi, pentole e contenitori di terracotta, spesso utilizzati per conservare il cibo e l’acqua. Questi oggetti sono modellati a mano e decorati con motivi geometrici, che li rendono esteticamente gradevoli oltre che funzionali.
CINEMA
La storia del cinema del Burundi non è nota fino al 1980, anno in cui il regista burundese Jean-Michel Hussi Nyamusimba produsse il primo film del Burundi, una coproduzione francese dal titolo “Ni-Ni”. Si tratta, in realtà, di un cortometraggio che racconta le vicende e le fantasie di una domestica africana a Parigi.
Nel 1992 è uscito il primo lungometraggio del Burundi, intitolato “Gito l’Ingrat”, una coproduzione franco-svizzera del Burundi diretta da Leonce Ngabo. E’ la storia di Gito, uno studente del Burundi che studia a Parigi e, a un certo punto, decide di ritornare a casa portandosi dietro il suo diploma nuovo di zecca…
LETTERATURA
- La tradizione orale è la forma più antica e radicata di espressione letteraria in Burundi. Racconti, miti, leggende sono stati tramandati oralmente di generazione in generazione. Si tratta spesso di tematiche legate alla saggezza popolare, alla morale e ai credo religiosi di matrice animista. Le storie vengono spesso narrate durante le cerimonie, i festeggiamenti e gli incontri comunitari. Come in molte culture africane, anche i proverbi rivestono un ruolo molto importante nella trasmissione dei valori. I detti popolari, usati come metafore, sono parte integrante della comunicazione quotidiana e della letteratura orale.
- La letteratura scritta in Burundi è emersa principalmente dopo l’indipendenza del Paese. La lingua principale utilizzata è il kirundi. Anche il francese viene comunque ampiamente utilizzato nelle opere contemporanee, soprattutto per quanto riguarda la prosa e la poesia. Scrittore di origine burundiana, molto famoso è Gael Faye, autore del romanzo “Piccolo Paese”, Vincitore del Prix du roman Fnac e del Prix Goncourt des lycéens 2016. È un libro da cui emerge in maniera commuovente la storia complessa e faticosa del Burundi.
MUSICA
La musica del Burundi è una parte centrale della cultura e delle tradizioni del paese ed è caratterizzata da una ricca varietà di ritmi, strumenti, danze e canti. È inoltre fortemente legata agli aspetti sociali, culturali e religiosi.
- La musica tradizionale burundese è spesso accompagnata da strumenti a percussione, come il tamburo (in particolare il ingoma, un tamburo tradizionale) e il basso, strumenti che sono essenziali nelle cerimonie religiose e nei balli. Molto noti sono, a questo riguardo, i Royal Drummers of Burundi (in francese, Tambours royaux du Burundi). Si tratta di un gruppo musicale, nato negli anni Sessanta, estremamente abile nell’esecuzione della musica tradizionale del Burundi attraverso il suono dei tamburi.
- Le danze costituiscono un aspetto centrale nelle celebrazioni burundesi e sono spesso accompagnate dalla musica dei tamburi. La danza tradizionale è eseguita per celebrare eventi importanti, come matrimoni, raccolti o altri riti comunitari.
- Negli ultimi decenni, la musica del Burundi ha subito l’influenza di stili moderni, inclusi il pop, il jazz, il reggae e la musica elettronica. Gli artisti burundesi contemporanei combinano spesso ritmi tradizionali con sonorità moderne, creando un ibrido che attira un pubblico più giovane sia in Burundi, sia a livello internazionale.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi