La cucina sudafricana è il frutto di numerose influenze asiatiche ed europee che si sono susseguite nel corso del tempo, intersecandosi con la varietà delle tradizioni autoctone.
Numerosi sono, per questa ragione, i piatti che si possono assaporare in questo Paese.
Percorrendo la storia culinaria del Sudafrica, ecco gli aspetti che ci aiutano a comprendere le sue caratteristiche:
- Influenze indigene africane. San, Khoi, Zulu, Xhosa e Sotho avevano tradizioni culinarie basate sull’utilizzo di alimenti locali, come mais, sorgo, miglio e radici selvatiche. Loro piatti tradizionali sono il Samp e fagioli (mais spezzato cotto con legumi) e il Pap, polenta di mais, spesso servita con carne o salse piccanti.
- Influenze coloniali. I coloni olandesi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali arrivarono nel XVII secolo e stabilirono la Colonia del Capo. Introdussero nella dieta locale latte, burro, carne e spezie come noce moscata, cannella e chiodi di garofano.
- Influenza malese e schiavitù (XVIII secolo). Gli schiavi portati dall’Indonesia, India e Madagascar influenzarono profondamente la cucina sudafricana, soprattutto con l’introduzione di cumino, coriandolo, zenzero e curcuma. Piatti tipici sono così diventati il curry sudafricano, una versione locale del curry speziato, spesso più dolce rispetto a quello indiano; i sosaties, spiedini di carne marinati e speziati; chutney: Condimento dolce-piccante a base di frutta e spezie.
- Coloni britannici (1800-1900). I britannici portarono in Sudafrica piatti come il pudding al vapore e il fish and chips, ma anche tecniche agricole avanzate che migliorarono l’allevamento di carne e prodotti caseari. Grazie a loro si diffusero il roast dinner (arrosto) e il roosterkoek (pane cotto alla griglia) diventato molto popolare.
- Influenza indiana (XIX secolo). I lavoratori indiani arrivarono come braccianti nelle piantagioni di zucchero nel Natal, attualmente KwaZulu-Natal (KZN) e portarono con sé un ampio uso di curry, peperoncino, cardamomo e zafferano e piatti tipici come roti e samosa che sono snack indiani. Anche il pane scavato e riempito con curry speziato (pollo, agnello o vegetariano) è di derivazione indiana.
Oggi, la cucina sudafricana è un mix unico di tutte queste influenze, celebrata nei piatti quotidiani già menzionati e nei grandi eventi culturali come, ad esempio, questi:
- Braai culture: un evento sociale che unisce tutte le comunità, con carne alla griglia, boerewors e pap.
- Street food a base di piatti come biltong, vetkoek (frittelle salate ripiene) e frikkadel (polpette).
Tra i piatti e prodotti tipici anche quelli legati a specifici territori:
- La trota dello Mpumalanga non è originaria del Sudafrica, ma fu introdotta dai coloni europei alla fine del XIX secolo, principalmente per scopi sportivi. Nel corso del tempo, è diventata una prelibatezza locale e una parte importante dell’industria alimentare della regione. Molto diffuso è il consumo di trota affumicata servita fredda e spesso accompagnata da insalate fresche, pane croccante o salse leggere.
- La cacciagione e le ciliegie del Free State, una regione situata nel cuore del Sudafrica e famosa per la sua cucina rustica e autentica. La cacciagione è infatti una parte importante della cultura culinaria del Free State. La provincia, con le sue vaste praterie e riserve naturali, è ricca di fauna selvatica e si trovano specie come impala e struzzo. La città di Ficksburg, nel Free State, è invece conosciuta come la “Capitale delle Ciliegie” del Sudafrica. Grazie al suo clima fresco, questa zona è ideale per la coltivazione delle ciliegie.
- Le aragoste della West Coast. Localmente note come West Coast Rock Lobsters o “kreef” in afrikaans, le aragoste sono una delle specialità gastronomiche più rinomate del Sudafrica. La costa selvaggia e incontaminata, che si estende nella provincia del Western Cape, offre un habitat perfetto per questa prelibatezza marina. Le aragoste vengono spesso bollite o cucinate alla griglia.
- L’agnello del Karoo. L’agnello del Karoo ha ottenuto lo status di prodotto con indicazione geografica protetta, simile ai vini DOC, garantendo così la sua autenticità e provenienza. Gli agnelli vengono allevati in modo tradizionale, in grandi spazi aperti e con pratiche di agricoltura sostenibile. Comunque, più in generale, la carne in Sudafrica è eccellente e costituisce la base dell’alimentazione.
BEVANDE
Bevande alcoliche:
- Il vino sudafricano è rinomato in tutto il mondo per la sua qualità, con una storia vinicola che risale al XVII secolo, quando i coloni olandesi introdussero la viticoltura nella regione. Oggi, il Sudafrica è uno dei principali produttori di vino del mondo, con una gamma di stili che spaziano dai freschi e aromatici bianchi ai ricchi vini rossi, senza dimenticare gli spumanti (MCC, Metodo Cap Classique). Il cuore della produzione vinicola sudafricana si trova nel Western Cape, con alcune delle migliori regioni riconosciute a livello internazionale. Stellenbosch è il fulcro vincolo del Paese. Qui è possibile degustare il vino in tenute agricole dall’ambientazione spettacolare.
- Birra: bevanda molto in voga in Sudafrica, grazie anche alla significativa presenza di birrifici artigianali, soprattutto nel Western Cape. La “Castle Lager” è una delle birre più popolari e antiche del Paese.
- Birra tradizionale africana (Umqombothi): si tratta di una birra tradizionale a bassa gradazione alcolica, fatta con mais, miglio e sorgo fermentati. Viene spesso consumata in contesti tradizionali e cerimoniali.
- Amarula: si tratta di un liquore dolce e cremoso prodotto con il frutto dell’albero di marula, che cresce solo in Africa. Viene spesso servito con ghiaccio o come ingrediente per cocktail ed ha un sapore fruttato e che richiama il caramello. L’albero di marula è conosciuto anche come “albero degli elefanti” perché gli elefanti amano i suoi frutti.
- Brandy: il Sudafrica è uno dei principali produttori di brandy al mondo e molte distillerie seguono metodi tradizionali. Vien bevuto liscio, con ghiaccio o come base per cocktail.
- Cape Brandy Pudding: non si tratta di una bevanda vera e propria, ma di un dessert alcolico.
- Sidro: “Savanna Dry” è uno dei sidri più popolari, noto per il suo gusto secco e rinfrescante. Perfetto per giornate calde.
Bevande analcoliche:
- Rooibos Tea: si tratta di un tè rosso fatto con foglie di rooibos (pianta endemica del Sudafrica). Privo di caffeina, è naturalmente dolce. Si beve sia caldo, sia freddo, talvolta con latte e miele. È anche utilizzato come base per i cocktail.
- Ginger Beer (Birra allo zenzero): bevanda analcolica fermentata leggermente frizzante al sapore di zenzero.
- Mageu: bevanda tradizionale a base di mais fermentato, densa e nutriente. Ha un sapore leggermente acidulo. Viene consumata come una sorta di snack o per sostituire un pasto leggero.
- Appletiser: bevanda frizzante analcolica prodotta con succo di mela al 100%.
- Bevande a base del frutto di marula (non alcoliche), usate spesso come succo rinfrescante.
- Acque toniche locali: vengono prodotte in maniera artigianale per accompagnare i gin sudafricani. Spesso vengono utilizzati agrumi oppure il rooibos.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi