Il Mozambico ha un sistema di trasporti relativamente ben sviluppato nelle aree urbane e lungo le rotte principali.
- Le strade principali che collegano le principali città e regioni sono, infatti, in genere, ben mantenute, anche se alcune strade nazionali, specialmente nelle zone più remote, possono essere difficili da percorrere durante la stagione delle piogge (da novembre ad aprile).
- Le strade secondarie che collegano le aree più remote alle città principali sono spesso ancora non asfaltate e le condizioni di percorrenza possono essere difficili, soprattutto da novembre ad aprile. I veicoli leggeri come i minibus sono i principali mezzi di trasporto utilizzati dalla popolazione locale.
- Il sistema ferroviario in Mozambico ha una lunga tradizione, ma è stato in parte danneggiato durante la guerra civile (1977-1992). Tuttavia, negli ultimi anni ci sono stati investimenti volti alla modernizzazione delle ferrovie e al miglioramento delle connessioni tra le principali città e i porti. Le ferrovie sono essenziali per il trasporto delle merci, in particolare minerali e carbone, oltre che a quello delle persone.
- Il trasporto marittimo costituisce un aspetto fondamentale delle infrastrutture di trasporto in Mozambico, dato che il paese è provvisto di una lunga costa che si affaccia sull’Oceano Indiano e dalla presenza di porti commerciali cruciali per il commercio internazionale, come Beira, Maputo, Nacala.
- Il trasporto aereo rappresenta poi un mezzo fondamentale per collegare le grandi città e le regioni remote del Mozambico. Gli aeroporti principali sono:
– Aeroporto Internazionale di Maputo che è il principale aeroporto del paese, con voli internazionali che collegano il Mozambico con varie destinazioni in Africa, Europa, Medio Oriente e Asia.
– Aeroporto di Beira e Aeroporto di Nampula che offrono collegamenti all’interno del Paese.
– Aeroporti regionali: alcune regioni più isolate, come la provincia di Cabo Delgado, sono collegate da aeroporti regionali più piccoli, utili per garantire collegamenti interni.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi